Impronte di vite

Impronte di vite, vigneto Torri

di Elisa Marchese Grandi, II anno del biennio specialistico di Decorazione Artistica (A.A. 2021/22)

Elisa Marchese Grandi ritratto

Mi chiamo Elisa Marchese Grandi, sono nata a Verbania nel 1997. Dopo il diploma in Grafica e Comunicazione mi sono laureata in Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Brera proseguendo gli studi con la specializzazione all’Accademia Santa Giulia di Brescia.
Il forte legame con l’ambiente ed il territorio mi porta a concentrare le mie ricerche sulla cultura della natura.
Il fattore caratterizzante dei miei lavori è l’elemento interattivo, qualcosa che sia capace di creare un’esperienza sensoriale completa, in modo da ottenere un maggior coinvolgimento emotivo da parte del fruitore dell’opera.
Essere testimoni di un mondo che cambia e rendercene conto attraverso gli effetti delle modifiche che si rivelano giorno dopo giorno sotto i nostri occhi, avendo l’opportunità di esserne parte.

– Elisa Marchese Grandi

Concept dell’opera Impronte di vite

Ogni giorno ci rapportiamo con una realtà in continuo cambiamento, un ciclo vitale sempre attivo che imperterrito continua il suo moto inarrestabile. Ciò che possiamo fare è prenderne parte, cercare di lasciare anche noi la nostra impronta, un segno identificativo che possa testimoniare il nostro essere e i nostri ricordi.

Tutto ha un ciclo di vita: le viti crescono, generano frutto e dopo un lungo processo che racchiude emozioni, tradizioni ed esperienza, nasce il vino. Il principio è nella terra. La roccia, da sempre pensata come elemento statico, assume un ruolo estremamente importante perché è proprio dal suolo roccioso della Franciacorta che tutto ha inizio.

La mia ricerca vuole mettere in relazione queste due realtà fondamentali. La roccia simbolicamente rappresentata dal gesso accoglie e custodisce l’impronta dei tralci di vite potati: questa non è la fine del processo di vita della pianta, bensì un nuovo inizio. La particolarità dell’opera sta infatti nell’unione di polvere di ferro e di rame al composto gipseo: queste a contatto con gli agenti atmosferici andranno ad ossidarsi, sprigionando colore e creando delle decorazioni casuali.

Il concetto di ciclo vitale e mutazione perpetua è rinchiuso nell’opera Impronte di vite: la natura vince sul controllo e sulla parte razionale umana. L’opera è viva, non rimane passiva al volere dell’artista, ma è libera di cambiare nel tempo; questo non andrà a danneggiarla, bensì le darà gli strumenti per arricchirsi e modificarsi.


Bozzetti del progetto

Bozzetto di "Impronte di vite"
Bozzetto del progetto dell’opera “Impronte di vite” di Elisa Marchese Grandi

Work in progress


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