di Carlotta Bontempi, III anno di Pittura, e Marco Piacca, III anno di Nuove tecnologie dell’arte (A.A. 2021/22)
Sono Carlotta Bontempi, nata a Brescia nel 1995. Conseguo il diploma in lingue presso il liceo della mia città. Proseguo dunque gli studi linguistici in due diverse facoltà universitarie, concentrandomi prima sulle lingue europee per poi approcciarmi alle lingue orientali. Successivamente decido di interrompere la suddetta carriera universitaria per iscrivermi all’Accademia di Belle Arti della mia città. Attualmente sto frequentando il terzo anno di Pittura.
Per me l’arte è sempre stata una necessità. Ho sempre sentito il bisogno di trovare un canale espressivo che fosse per me efficace, e la prima volta in cui ho preso in mano una matita ho capito che poteva essere davvero quello il mio personale modo di raccontare ciò che sentivo. Ho iniziato l’accademia iscrivendomi a pittura, quasi escludendo la scultura e qualunque altro tipo di ricerca differente, perché quella era l’unica modalità che avevo provato fino ad allora e che mi faceva sentire sicura. Fortunatamente, col passare del tempo, ho riscoperto una curiosità per la sperimentazione più libera e spontanea, ho avuto modo di apprendere moltissime nuove tecniche e modalità di espressione tra cui la scultura che è diventata per me un incredibile sfogo. Ho imparato ad apprezzare e ad amare l’imprevedibilità dei materiali e del mio pensiero, vivendo l’esperienza del processo con serenità, senza la necessità di avere il controllo assoluto sul mio lavoro.
– Carlotta Bontempi
La determinazione e la perseveranza hanno sempre caraterizzato il mio essere. Terminati gli studi della scuola superiore decido d’intraprendere una esperienza lavorativa poiché ancora titubante sul futuro percorso di studi. Durante questi anni ho coltivato una forte devozione per la fotografia e il video; uniti al mio interesse per lo sport e la passione per la montagna, ho iniziato a documentare varie attività ed eventi sportivi inerenti.
Nel 2019 ho deciso di iscrivermi all’Accademia SantaGiulia e frequentare il corso di Nuove Tecnologie dell’Arte, così da approfondire e arricchire le mie conoscenze in ambito artistico/audio-visivo.
– Marco Piacca
Concept dell’opera Biót
di Carlotta Bontempi
La mia principale fonte di ispirazione per questo progetto è stata la particolare conformazione morenica del terreno della Franciacorta.
La tematica che ho voluto affrontare con il mio lavoro è l’origine, la nascita, l’inizio di tutto. La scelta del titolo è ricaduta su “Biót“, termine dialettale bresciano che significa “nudo”. Non ho potuto fare a meno di pensare al famoso quadro di Courbet “L’origine du monde”, che racconta l’origine del mondo dipingendo una vulva. Mi piace l’idea di poter raccontare l’origine di Ca’ del Bosco giocando con questa parola, che in fin dei conti è la cosa che ci accomuna di più con la natura stessa.
L’opera consiste in una lastra 70×100 di argilla semi-refrattaria lavorata con la commistione di due particolari tecniche: il raku e il craquelé.
Dopo la richiesta di utilizzare materiali che non andassero a ledere l’ambiente circostante, la prima tecnica che mi è venuta in mente è stata il raku. Dovendo convivere con ogni possibile evento climatico senza danneggiare i terreni, ho pensato che questa pratica giapponese potesse fare al caso mio. Una delle particolarità del raku è la compresenza di tutti e quattro gli elementi naturali nel processo per la realizzazione del lavoro. Gli appositi smalti che ho utilizzato non rischiano in alcun modo di disperdere o rilasciare sostanze nocive nonostante l’esposizione ad intemperie di vario genere. Lo scopo principale del raku, infatti, è quello di essere impiegato per la creazione delle ciotole per la cerimonia del tè in Giappone. Un’altra motivazione per me essenziale che mi ha portato a fare questa scelta, è l’imprevedibilità del risultato finale. Quest’ultimo, come la natura, è incontrollabile. Proprio per questo, non posso che ritenerlo ancora più di valore.
L’obiettivo del progetto è andare a ricreare, oltre all’effetto unico del terreno tramite il raku, il processo di trasformazione del suolo morenico mediante la tecnica del craquelé. Così facendo si verrà a creare un equilibrio armonioso tra l’opera Biót e la sua collocazione.
Contributo sonoro La nascita della Franciacorta
In occasione della spiegazione fornitaci in Ca’ del Bosco, la mia attenzione è stata catturata dalla presentazione di un modello 3D del territorio, relativa alla sua origine che ha inizio migliaia di anni fa dallo scioglimento dei ghiacciai. Oggi in questo anfiteatro morenico, troviamo Ca’ del Bosco. La mia idea è raccontare attraverso un cortometraggio sonoro La nascita della Franciacorta, grazie alla quale è stato possibile, anche attraverso il lavoro dell’uomo, e i suoi sacrifici, il raggiungimento di un prestigioso prodotto, eccellenza italiana.