di Emanuele Mini, III anno di Scultura (A.A. 2021/22)
Ho 24 anni e vivo a Nave, in provincia di Brescia.
– Emanuele Mini
Dopo gli studi al Liceo Artistico ho proseguito il mio percorso presso l’Accademia di Belle Arti SantaGiulia dove frequento attualmente il III anno di Scultura.
La mia poetica artistica attinge ad una sfera intima della creatività attraverso una espressione estremizzata. Il mio sentire varca i confini sottili, aguzzi e crudi, dei serramenti dell’anima, accettabili data la loro natura incontrastabile.
La mia costanza nel produrre e il ragguardevole numero di opere eseguite, mi permettono una sperimentazione e una ricerca profonda, indagatrice dell’esistenza più intima e nascosta dell’uomo.
Un’esplorazione personale atta a rivolgere lo sguardo nella sfera dell’inconscio, opera per me.
Concept dell’opera Sintesi dell’equilibrio
Il mio progetto per Ca’ del Bosco ha origine nei ricordi del tempo passato in un piccolo vigneto che appartiene a mio zio.
Passavo i pomeriggi nel “ronco” ad osservare le molteplici forme delle viti, i fili di ferro che creano collegamenti, le travi, i pali ed i colori della superficie del legno.
Più li osservavo, più mi accorgevo che questi elementi, sia naturali che artificiali, convivevano in modo armonioso, stabilendo un equilibrio.
Un insieme che traduco, interpretandolo, in un ecosistema, un organismo vivente con un’anima che riserva doni.
Immaginando l’opera Sintesi dell’equilibrio ho realizzato, inizialmente, una composizione con tutti gli elementi. Nel procedere alla preparazione del bozzetto, mi rendevo conto di voler giungere ad una sintesi della forma, mantenendo unicamente l’elemento principale, ovvero il tralcio della vite, ed affidando alla spaccatura naturale il ruolo di anima.
Ho bruciato il legno utilizzando una ecologica ed antica tecnica giapponese, chiamata Shou Sugi Ban, con la finalità di renderlo più durevole per l’esposizione all’esterno. Nella spaccatura, qui come detto a rappresentare l’anima, ho inserito una colata di bronzo, elemento destinato a testimoniare la vita del tralcio anche quando il tempo l’avrà restituita alla terra.